Tutta la solidarietà della USB Sardegna ai lavoratori della Carbosulcis

Cagliari -

 

L’Unione Sindacale di Base sostiene la lotta dei lavoratori della Carbosulcis e approva la decisione di licenziare quei dirigenti che non sanno dirigere, che non sanno lavorare e costruire delle soluzioni per dare un futuro al carbone del Sulcis, nel mercato internazionale e interno, in una fase in cui le risorse energetiche hanno dei  costi elevatissimi. Probabilmente l’assenza di un piano industriale serio renderà quasi del tutto inutile il bando di gara internazionale per la privatizzazione dell’azienda, previsto per dicembre. Perché non vengono costruiti  progetti di rilancio credibili? Anche la politica regionale non è in grado di uscire dalle paludi del passato. 

L’Accordo Quadro, Giunta Regionale Sardegna - Cgil Cisl Uil, sui temi dello sviluppo e del lavoro, firmato il 4 giugno 2010 a Cagliari ne è la conferma. La Giunta Cappellacci va al traino del Governo nazionale, che spinge sul nucleare, con la probabile individuazione di un sito di insediamento nucleare nel centro Sardegna. Appare sconcertante che nel documento non si trovi traccia di progetti di crescita improntati su nuovi modelli di sviluppo. Si parla di trovare soluzioni per le industrie energivore, ma non di una politica che permetta di creare in loco quella energia necessaria alle industrie, quella energia che in Sardegna costa il 74% in più rispetto alle industrie che operano nel territorio non insulare. Non si capisce perché i confederali abbiano firmato un documento vuoto di contenuti, proposte e risorse.

E’ un documento che ripropone  come ulteriore soluzione la continuazione della concertazione tra Regione e sindacati, dopo che l’effetto di tali politiche industriali perseguite per 20 anni hanno prodotto salari bassi, lavoro precario, cassa integrazione, desertificazione industriale  e disoccupazione.

Crediamo che, forse, sarebbe il caso di recapitare la lettera di licenziamento anche ai complici-confederali e al Presidente della Giunta Regionale: incapaci di trovare delle soluzioni politiche stabili alla questione.

E’ necessario tornare alla centralità del lavoro!

Il lavoro deve essere il bene primario su cui le democrazie devono essere costruite. Questa crisi che attraversa il mondo è stata costruita dalle banche, dalle finanziarie, dalle borse che hanno speculato e dal malgoverno. Sono loro che devono pagare la crisi, non i lavoratori, che sono chiamati a dire no alle promesse. Sono necessari atti concreti. Questi atti devono tradursi in lavoro, benessere, sviluppo e organizzazione del conflitto per raggiungere questi obiettivi.

 

Ai lavoratori della Carbosulcis va tutta la solidarietà dell’USB Sardegna.