28 maggio 2010, giornata nazionale di mobilitazione con presidi sotto le banche, finanziarie e le borse, ritenute i veri nemici dei lavoratori, pensionati, uomini e donne del nostro Paese.
COMUNICATO STAMPA
In data 28 Maggio 2010, dalle ore 12 alle ore 14, si terrà un presidio in Largo Carlo Felice, in Cagliari, sotto la sede della Banca d’Italia e della Banca Nazionale del Lavoro, nel corso del quale verrà distribuito un comunicato.
Perché questo presidio? Perché la dolosa responsabilità delle banche e degli speculatori finanziari, hanno fatto sì che il governo approvi, in ossequio alle direttive dell’Europa dei finanzieri, una manovra finanziaria che ricade tutta sulle spalle di chi in questi ultimi 20 anni ha sopportato i sacrifici imposti dai vari governi che si sono succeduti. Ci hanno fatto fare sacrifici negli ultimi venti anni, per ridurre il debito pubblico che però è passato dal 103% al 118% del PIL. E allora, che li abbiamo fatti a fare tutti questi sacrifici, chi ci ha guadagnato? La risposta è sin troppo facile.
La crisi, prodotta dalla gestione disastrosa dell’economia oramai nelle mani delle banche e della finanza internazionale ed aggravata dal forte debito pubblico, viene affrontata andando a tagliare ancora una volta i servizi pubblici, le pensioni e bloccando ora i salari dei dipendenti pubblici, e in futuro quelli privati, tagli che serviranno da una parte a coprire i debiti contratti dalle banche nella loro folle corsa speculativa e dall’altra a ripianare i buchi di bilancio prodotti dalla corruzione. Soldi che finiranno nuovamente nelle casse delle banche e della finanza, e che verranno nuovamente utilizzati per affossare le condizioni di vita di milioni di persone con altre speculazioni contro l’euro e contro le economie locali, come già fatto in Grecia. Una finanza che non ha alcuna regola, nessuna morale, solo il dio danaro è il loro credo.
E così invece di far pagare i costi della crisi a chi realmente l’ha prodotta, si continuano a finanziare i veri responsabili, banche ed imperi finanziari, con il denaro pubblico e con i salari e le pensioni dei lavoratori.
Sono quindi banchieri, speculatori finanziari, dirigenti e politici corrotti, quelli che hanno dichiarato la guerra ai “fannulloni-lavoratori del pubblico impiego”, la causa del peggioramento delle condizioni materiali di vita dei lavoratori e anche del popolo sardo, e proprio le banche ed i corrotti devono essere chiaramente individuati come responsabili e nemici dei lavoratori dipendenti e pensionati. Sono loro che devono pagare la crisi.
USB Unione Sindacale di Base Federazione Sardegna