Vertenza Aias: in Consiglio Regionale i sindacati hanno spiegato i motivi della protesta al presidente del Consiglio regionale, Claudia Lombardo, e ai capogruppi consiliari.

Si è svolto davanti alla sede Aias a Cagliari un sit in dei dipendenti di tutta la Sardegna per uno sciopero generale, firmato da Usb, Cisal, Fials, Nursind Cgil, Cisl e Uil

Cagliari -

 

 

I dipendenti Aias hanno presidiato la sede di viale Poetto a Cagliari, con bandiere, striscioni , fischietti e trombette, e hanno accolto con un lungo applauso e “bravo” ironici rivolti al direttore della fondazione Aias che si recava in azienda, un applauso dettato dalla sua intransigenza nel voler portare sino in fondo i 133 licenziamenti, complici i sindacati collaborazionisti Ugl e Isa che hanno firmato la procedura di licenziamento. Contestato, il direttore ha risposto con il suo solito livore alle critiche chiedendo ai lavoratori “quali argomenti portate? Volete 100 euro”?  

 

Una delegazione di Usb, Cgil, Cisl e Uil, Cisal, Fials e Nursind ha portato in Consiglio Regionale i contenuti della vertenza Aias. La presidente Claudia Lombardo, presenti anche tutti i capo gruppo consiliari ha concordato di convocare a breve la commissione sanità, con un preciso impegno a portare in Commissione le problematiche della vertenza Aias e per fare una valutazione complessiva, congiuntamente all'Assessore alla sanità e i rappresentanti dei lavoratori” sullo stato delle cose e sulle possibili soluzioni. L’opposizione ha preannunciato che se poi i lavori della Commissione non dovessero portare al blocco dei licenziamenti, e a trovare soluzioni vere, i capigruppo affronteranno la questione in aula.  

 

Sono notizie che aprono degli spiragli, perché la questione passa finalmente in mano alla politica, e precisamente in mano alla Regione, che essendo monocommittente, finanzia l’Aias con soldi pubblici, e secondo noi, ha diritto a mettere naso nelle questioni di bilancio dell’Aias, per controllare come vengono spesi. Va ricordato che l’Aias supplisce alle carenze sanitarie del servizio pubblico sanitario, servizio che si rivolge ai malati di questa regione, ma malgrado questo si arroga il diritto di non pagare la tredicesima e 4 mensilità arretrate ai propri dipendenti, e di non rispondere , in sede di licenziamenti, alle molte incongruenze mostrate dai propri bilanci “sintetici”, arroganza che la spinge a non attivare gli ammortizzatori sociali ma andare diritta per la propria strada che porta a 133 licenziamenti.