PROMEMORIA DELLE NEFANDEZZE
PROMEMORIA DELLE NEFANDEZZE FATTE DAL GOVERNO CONTRO I LAVORATORI DELLE AGENZIE FISCALI NELL’ULTIMO ANNO
Le disposizioni della Legge 133/2008 hanno prosciugato tutte le fonti di finanziamento del salario accessorio nella Pubblica Amministrazione determinando nelle Agenzie Fiscali una perdita secca di salario che si aggira intorno ai 3.000 euro; nel frattempo le convenzioni aumentano i carichi di lavoro.
Inoltre il governo approva l’ennesimo furto di salario, libertà sindacali e democrazia. Per legge, negli uffici, riceverà il premio di produttività il 25% del personale; un altro 50% ne riceverà una quota, e il restante 25% non riceverà nulla. Per legge vengono definiti quelli che saranno indicati in futuro come fannulloni. E sempre per legge in futuro saranno licenziabili per scarso rendimento. Il Fua-Fps negli uffici non sarà più per tutti, come sino ad ora…
Altra perla è la nomina di una Autorithy Indipendente di Valutazione a livello nazionale (roba da centinaia di migliaia di euro l’anno) e, in ogni ente, di un Organismo, sempre indipendente, di Valutazione della performace. Una serie di carrozzoni, dunque, con lauti appannaggi per la schiera di “valutatori” che vengono dichiarati indipendenti (da chi?).
Inoltre il Governo ha assunto anche la decisione, gravissima, di impedire lo svolgimento delle elezioni dei Rappresentanti dei Lavoratori (RSU) nel Pubblico Impiego con la scusa del loro adeguamento al nuovo modello contrattuale. In realtà, il vero intento è ridurre la partecipazione diretta dei lavoratori alla vita sindacale e lo svuotamento completo degli organismi ad elezione diretta nei luoghi di lavoro.
Nel frattempo si procede alla riforma del modello contrattuale, con l’Accordo Quadro per la Riforma degli Assetti Contrattuali firmata il 22 gennaio 2009. Tutto l’impianto che sostiene questo accordo parla di lavorare di più ed essere pagati di meno.
Scompare il biennio economico, appare il contratto triennale sia per la parte normativa che giuridica. E’ prevista l’indennità di vacanza contrattuale per il primo e il secondo anno, per un importo al di sotto dei 10 euro mensili.
Invece di avere degli aumenti che tutelino il potere di acquisto, scopriamo che ci stanno truffando.
Prima di tutto non sarà più l’inflazione reale a dettare il nostro eventuale recupero al termine di tre anni, bensì un indice previsionale che dovrà tenere conto dell’IPCA (indice dei prezzi al consumo armonizzato in ambito europeo per l’Italia che a dicembre ha segnato un + 0,2% rispetto all’inflazione calcolata dall’ISTAT), con degli adeguamenti salariali sganciati del tutto dagli aumenti del petrolio e del gas (che fanno aumentare tutti i beni di consumo, perché la maggior parte delle merci viaggia su ruota); che quadro devastante dell’attacco al salario… E, durante il rinnovo contrattuale vige la regola della tregua, non ci potranno essere proteste, né scioperi.
E non basta.
L’ammontare dovrà rispettare i limiti imposti dalla finanza pubblica e dovrà tenere conto delle retribuzioni di fatto dell’intero settore.
Che altro ancora? La riorganizzazione degli uffici, con probabile mobilità del personale. E ancora, la reperibilità-sequestro del lavoratore ammalato. E la campagna di stampa contro i fannulloni. I lavoratori tutti del pubblico impiego additati come privilegiati e fannulloni, nonché come assenteisti, e per fare tali affermazioni vengono utilizzati dati manipolati (vengono considerati assenteismo le assenze per maternità, i giorni usufruiti in base alla Legge 104/1992, i giorni di ferie, vari tipi di congedo...). E secondo quanto affermato da Brunetta e riportato dai mezzi d'informazione l'11 gennaio 2009, i dipendenti del Catasto si vergognano di dire ai propri figli che lavoro fanno. Non sappiamo da cosa nasca questa odiosa affermazione ma sappiamo che le lavoratrici e i lavoratori del Catasto e delle Agenzie Fiscali sono fieri del ruolo sociale che svolgono con dedizione e passione.
Ci siamo dimenticati molte cose. Questo è un elenco che non vorremmo aggiornare. Ma non ci dimenticheremo di lottare, sempre e comunque, contro queste nefandezze.