Avviata la procedura di licenziamento per 133 lavoratori all'Aias
Report dell’incontro del 25 gennaio 2013 tra Aias e OO.SS. per l’avvio della procedura di riduzione del personale a norma degli artt. 4 e 24 l.223/1991
In data 25 Gennaio si è svolto l’incontro tra Aias e OO.SS. per l’avvio della procedura di riduzione del personale a norma degli artt. 4 e 24 l.223/1991.
La relazione introduttiva del presidente dell’Aias, Anna Paola Randazzo, illustra sinteticamente quanto inviato contenuto nella nota inviata alle OO.SS. quale informativa.
La crisi nasce nel 2006, quando l’allora assessore alla sanità opera dei tagli. C’è un accordo, a detta del relatore, siglato dall’assessore con i confederali, che sposta alcune funzioni dall’Aias alle cliniche private.
Le riabilitazioni quindi non vengono più fatte, i pazienti dell’Aias diventano socio-riabilitativi, e, quindi hanno bisogno di meno cure. Di conseguenza i fisioterapisti sono stati ridotti da 70 a 20.
Nel 2004 le prestazioni erano 576.000, negli anni successivi sono state portate a 422.000.
L’Aias ha subito questa cosa, e nel 2007 ha aperto una procedura di cassa integrazione in deroga per 4 anni e mezzo.
La cassa integrazione termina nel dicembre 2012, per cui si arriva ai giorni nostri con l’apertura di questo tavolo.
La regione ha rivisto gli standard con alcune delibere. Alcune figure nuove vengono introdotte, l’Oss prima non era previsto, adesso viene richiesto. 57 lavoratori usufruiscono della cassa integrazioni e nel frattempo si riqualificano come Oss.
L’Aias non puo’ cambiare la produttività, che viene decisa dalla regione. Le Asl pagano quando se ne ricordano, e sono preposte al pagamento della quota sanitaria, e anche di quella sociale, che dovrebbe essere invece pagata dai comuni, ma quest’ultima viene data a consuntivo, in base alla legge, quindi l’anno successivo, dopo la presentazione delle fatture. Le case protette, dove sono assistiti gli anziani, vedono i comuni pagare con forte ritardo. La retta è ferma al 1998, malgrado 4 rinnovi contrattuali.
L’Aias non riesce a pagare gli stipendi, dopo che le banche hanno richiesto di rientrare della forte esposizione passiva.
L’Aias nel corso degli anni ha dovuto chiudere diverse strutture. Cita l’esempio di quella di Teulada. Cita inoltre la sospensione del servizio trasporto, in quanto il servizio richiesto dall’utenza era insufficiente per coprire le spese di personale (Flumini Maggiore, Ales, Carloforte). La casa protetta di Flumini Maggiore verrà chiusa, ha sempre avuto 6/7 residenti, ci sono più dipendenti che pazienti.
Si puo’ tentare in fase di accordo di recuperare chi ha fatto formazione oss,altri potrebbero andare in mobilità verso altre sedi. L’Aias non è in grado di fornire incentivi all’esodo, ne alcun aiuto economico.
Il vicepresidente spiega che l’Aias nel corso di due annualità (credo di ricordare gli anni 2009 e 2010) non ha ricevuto alcun importo dalle Asl, e esiste al riguardo un contenzioso avviato nel 2009 che è stato vinto a luglio del 2011.
Si informano le OO.SS. che esiste un ritardo nei pagamenti di 3 mensilità di stipendi più la tredicesima, mentre le quote contributive sono state invece regolarmente versate.
Fornisce alle OO.SS. una informativa sulla situazione contabile degli anni 1988/2011 aggiornata al 9 Gennaio 2013, nel quale si evidenzia che l’Aias deve ricevere quasi 23 milioni di euro dalle aziende sanitarie sarde, mentre il credito residuo per gli anni 2010 e 2011 è di circa 7 milioni e mezzo. Le esposizioni passive attuali sono di circa 15 milioni di euro (quest’ultima informazione è fornita a voce).
A parte una debole autodifesa della triplice sulla questione dei tagli all’Aias, che avrebbero firmato loro, le OO.SS. chiedono per il proseguo della trattativa che vengano fornite tutta una serie di dati e informazioni, che vanno dai bilanci certificati degli ultimi anni ad informazioni del personale vicino alla quescienza, alla richiesta di un piano industriale per il triennio prossimo.
Usb ha chiesto a tavolo tutta una serie di informazioni, per via della necessità di avere un quadro certo e trasparente, vista l’importanza della procedura in atto, e la necessità di difendere un patrimonio di risorse umane, di conoscenza e di saperi.
Chiediamo la seguente informativa:
- straordinari dall’anno 2007, anno in cui è partita la cassa integrazione;
- la pianta organica nel corso degli ultimi anni:
- trasferimenti regionali, di che consistenza, e le strutture che ne hanno usufruito;
- godimento ferie: quando non sono state concesse; modalità di fruizione.
- Part-time richiesti , concessi e non concessi;
- Aspettative varie, richieste concesse e non concesse;
- Notizie sulle esposizioni passive e quanto l’Aias paga per interessi;
- Aggiornamento dell’informativa: accanto al numero di prestazioni l’importo spettante all’Aias;
- Stato patrimoniale dell’azienda;
- Si chiede conferma se vi fosse un ripianamento dei crediti se avremmo ancora lo stato di crisi;
- Viene fatto un raffronto tra numero di personale di quando venivano effettuate 576.000 prestazioni, e che sono state portate a 422.000, vista la diminuzione di 236 posti di lavoro, il carico individuale dovrebbe essere aumentato.
- Si chiede la corresponsione delle mensilità arretrate, e che almeno, giunga un segnale dall’azienda in tal senso con un primo versamento.
A parte una vergognosa gazzarra su questioni che nulla avevano a che vedere con il tavolo tra le sigle UGL e FIALS, che si sono insultati abbondantemente, non ci sembra che ci sia altro da riportare, se non il fatto che c’è un gioco ad addossarsi reciprocamente le responsabilità tra assessorato alla Sanità e direzione dell’Aias. Il primo sostiene di versare regolarmente quanto dovuto, mentre l’azienda presenta un quadro di allarmante ritardo nella riscossione dei crediti, mentre la responsabilità dei mancati pagamenti degli stipendi, viene scaricata sulle banche che hanno richiesto il rientro dell’esposizione passiva.